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Territorio sostenibile è la visione globale dello sviluppo del territorio non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale, in cui la crescita economica avviene entro i limiti delle possibilità ecologiche degli ecosistemi e della loro capacità di soddisfare i bisogni delle generazioni future.

Tutti gli esseri umani hanno bisogno di materie prime naturali per le proprie necessità (alimentazione, abitazione, energia, medicinali) per raggiungere un buon livello di qualità della vita. Poiché lo sviluppo economico dipende dallo stock di risorse naturali della terra, mantenerne la riproducibilità rappresenta la chiave per la sostenibilità. Tale riproducibilità può essere mantenuta solo attraverso un uso razionale delle risorse, che tenga conto dei meccanismi di funzionamento degli ecosistemi e delle capacità di carico di questi ultimi. Se l’uomo “consuma” più di quanto l’ambiente in cui vive gli può fornire o se rende inutilizzabili le risorse a causa dell’inquinamento, non ci sarà più alcuna possibilità né di sviluppo né di vita.

Un territorio sostenibile si identifica con la conservazione dell’equilibrio del suo patrimonio naturale e quindi con il mantenimento delle risorse necessarie alla vita dell’uomo e degli altri organismi del Pianeta, la qualità dell’ambiente e la qualità della vita dell’uomo. Ne consegue che è necessario un approccio globale e preventivo, piuttosto che settoriale e curativo: non basta una buona normativa, in cui i singoli provvedimenti devono comunque essere coerenti tra loro e rispecchiare un comune disegno strategico, ma occorrono anche la volontà politica e la capacità culturale di coinvolgere e di convincere le popolazioni verso la costruzione di nuovi stili di vita.